Feb. 19th, 2021

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C’era un raggio di sole dorato che filtrava tra le tendine panciute, proprio sopra i fornelli della cucina, e colpiva in modo gradevole la grossa pila di piatti e stoviglie, ammonticchiati ad asciugare di fianco al lavello, facendoli luccicare alla luce del mattino.
 
Una donna era addormentata su una piccola poltrona nell’angolo, un lavoro a maglia non finito che riposava sul suo grosso grembiule a fiori. 
 
Tutto attorno a lei sembrava regnare il caos ma, e questo bisognava riconoscerlo, era un caos molto ordinato. 
 
Si trattava di una stanza piccola, occupata e vissuta con amore da una grande, rumorosa famiglia, e per questo ogni angolo, ogni nicchia era stato sfruttato per contenere l’indispensabile. La grossa trave di legno, distante pochi centimetri dal soffitto, era stipata con un gran numero di libri di cucina, raggiungibili solo dagli incantesimi di appello della loro proprietaria. 
 
Un enorme tavolo, consunto e visibilmente provato dal tempo, occupava gran parte della stanza, circondato da un gran numero di sedie e sgabelli scoloriti, scrostati e pieni di graffi, e persino sotto di esso, attaccati a grossi ganci, sostavano pesanti, panciuti calderoni, riempiti di patate, verze, carote e sacchi di legumi e farina. 
 
Tutti i piccoli spazi vuoti tra il lavello e i fornelli, tra i fornelli e la credenza, tra la credenza e la stufa, erano occupati da uno scaffale spaiato o un piccolo mobile zoppicante, a sua volta riempiti di brocche, larghe zuppiere di coccio, tegami e pentole di diverse dimensioni.
 
Una gran quantità di tazze dalla forma e dal colore eterogeneo erano un po’ ammonticchiate, un po’ appese sotto la piccola vetrinetta sospesa. 
 
L’aria calda del mattino estivo aveva l’odore dei mazzetti di erbe aromatiche appese ad asciugare davanti alla finestra semichiusa, ondeggiando appena alle rare folate di vento.
 
 
La donna sulla poltrona russava leggermente. Sulla punta del suo naso riposavano minuscoli occhialini da lettura, un’aggiunta recente alla sua routine quotidiana che l’avevano fatta sentire una nonna fatta e finita, ma non le dispiaceva. Era un’estate tiepida e luminosa, leggera e straordinaria, un piccolo miracolo inaspettato. Aveva una leggera trapunta a coprirle le spalle, un gesto affettuoso di suo marito, che non si era sentito di svegliarla la notte prima, e come biasimarlo?
 
Molly dormiva e si lasciava cullare dal confortevole calore della sua casa, il suo amorevole nido. Il suo piccolo regno pacifico, caotico e pulito, in cui tutti erano insieme. In cui i suoi figli riposavano nei loro letti. In cui, almeno nei suoi sogni, stavano tutti bene

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